DND#1 — Diventare Nomade Digitale
Inizio del viaggio

Essere inetti non è semplice. Hai sempre quella sensazione di malessere perché sai di dover fare qualcosa, ma allo stesso tempo non riesci ad uscire dalla paralisi.
Nasci, cresci, non vuoi fare l’asilo e vieni accontentato, primo giorno di elementari tragico, ti segna l’esistenza, fino a 23 anni sei sempre il secondo, non l’invitato ma l’accompagnatore, non decidi nulla ma subisci tutto, mai una tua opinione, mai un tuo desiderio.
E alla fine, arrivi a 23 anni e ti rendi conto che nella tua vita tu non hai mai deciso nulla.
Incredibile ma vero prendi una decisione: parti per la Germania e la tua lei ti segue.
Tutto bello ma… sei da solo. E devi prendere decisioni. Tante, più volte al giorno e tutte molto importanti. Da zero alla responsabilità della vita della tua neo-famiglia.
Crisi, analisi con la psicologa, attacchi di panico, ansia, inettitudine all’ennesima potenza, tristezza, malinconia, sensi di colpa, rimpianti e rimorsi.
A un certo punto comprendi che basta. Ora basta.
Sei fortunato, perché hai l’amore della tua lei che ti ha sempre sostenuto per tutto questo tempo. Sii grato, non capita ogni giorno di ricevere un amore così.
Prendi in mano la tua vita. Si ma… che fai? Che vuoi?
Inizia la fase di ricerca: cosa amo fare?
Beh, mi piace la scrittura, mi piace leggere, mi piace il cinema, mi piace l’arte, mi piace la scienza, mi piace la fisica, mi piacciono i computer, la tecnologia, la storia, la poesia, mi piace creare, riparare, mi piace la cucina…
Forse è meglio che ti dai una calmata, e nel mentre lavori. Sì lavori. Quaranta ore a settimana, cinque giorni su sette, ventidue giorni di ferie all’anno, sveglia alle sei, a casa alle sei. Mangi, ti rilassi e sono le undici. Porti fuori il cane e a letto. E si ricomincia.
No ma nemmeno questo mi sta bene. Vedo più il mio collega stempiato che la ragazza che amo? Passo più tempo con un cacciavite in mano invece di vivere godendo delle meraviglie del mondo? Ma perché? Chi l’ha deciso? Come è possibile che le persone vedano questa cosa come normale?
Siamo schiavi. Schiavi moderni. La nostra vita vale 1300€ al mese. Anzi meno, perché poi con i soldi che ci danno per aver comprato la nostra vita dobbiamo comprare quello che ci dicono di comprare, che non è altro che quello che produciamo.
Produciamo, compriamo quello che abbiamo prodotto e ricominiciamo da capo. Un circuito chiuso, un diagramma di flusso che riparte sempre dall’inizio. Uno sviluppatore scriverebbe qualcosa come “ for (;;) {} ”.
Scambi il tuo tempo dal valore incalcolabile per denaro che non vale nulla, e con quello ci compri il televisore che hai assemblato stamattina in fabbrica. Quante ore, giorni, mesi di vita che nessuno ti ridarà più hai dato per avere incambio il televisore, la macchina, il divano nuovo?
Hai 65 anni, i tuoi figli sono lontani, hai lavorato tutta la vita. Non hai mai visto niente se non quel palazzo grigio che chiami ufficio. Ogni mattina in macchina, bestemmie per il traffico, il collega è uno stronzo, due settimane sono troppo poche, attesa e insofferenza fino a raggiungere le prossime due settimane, che sono sempre troppo poche. E quarant’anni sono passai così in un lampo, senza quasi accorgertene.
Iniziano i rimpianti: “ah se potessi tornare indietro vorrei vedere il mondo/osare di più/fare ciò che veramente avrei voluto fare!”.
Alla fine muori. Funerale, corone di fiori, lacrime. Diventi niente, per la gente e per la storia. Non sei mai esistito.
Più sei consapevole di questa schiavitù e peggio va.
Arrivi sempre in ritardo, non hai voglia di stare chiuso in quel postaccio con le luci al neon, gli orari rigidi ti stanno stretti, tu vuoi di più, più flessibilità, più libertà, più tempo per te, vedere il mondo, conoscere culture, estasiarti di fronte al paradiso che è il nostro pianeta.
Ma sotto quella luce al neon il mondo tende tutto verso il grigio.
MA… forse uno spiraglio.
Ti andrebbe bene lavorare comunque, ma da dove vuoi? Sarebbe un buon compromesso per te?
Sentirti leggero non possedendo niente ma allo stesso tempo essendo più ricco di tutti?
Cambiare ufficio ogni giorno se lo vuoi. Al posto della birretta al venerdì puoi passeggiare su una spiaggia, su una montagna, su un prato, in una metropoli, oggi in Asia, domani in Sud America, ieri in Africa.
Vederlo davvero il mondo. Viaggiare, passare il tempo con le persone che ami e non con quattro stronzi in camicia bianca e cravatta.
Alla fine sarai comunque niente per la gente e per la storia, dimenticato, mai esistito. Ma almeno avrai passato il tuo tempo come meglio credevi.
Se te la senti, avrei trovato una cosetta che potrebbe interessarti.
Si chiama nomadismo digitale.
Essere inetti non è semplice. Hai sempre quella sensazione di malessere perché sai di dover fare qualcosa, ma allo stesso tempo non riesci ad uscire dalla paralisi. E la depressione è dietro l’angolo.
Continua…